
Come spazzolare e lavare il pelo del gatto, come tagliare correttamente le sue unghie
Come spazzolare e lavare il pelo del gatto, come tagliare correttamente le sue unghie
I felini sono animali normalmente molto autonomi, capaci di rendersi indipendenti anche dal punto di vista dell'igiene, perché quotidianamente provvedono da soli ad effettuare una toelettatura del mantello, delle zampe e della faccia e ad affilarsi le unghie su superfici ruvide.
Questi istinti possono notevolmente essere migliorati nell'ambito domestico, quando si ha un gatto d'appartamento. Spesso, infatti, il gatto prende di mira un oggetto della casa (a volte ahimè il divano o un mobile pregiato), per affilarsi le unghie rovinandolo inevitabilmente.
Allo stesso tempo, la toelettatura fatta dal micio non permette una pulizia accurata di tutto il pelo che, per giunta, nei momenti di muta tende a cadere e a creare gomitoli che poi vengono ritrovati in vari angoli della casa. Inoltre, la stessa pratica di toelettatura per alcuni gatti è sconveniente, soprattutto per le razze a pelo lungo, perché i peli vengono ingeriti formando boli di difficile eliminazione: alcuni possono essere fisiologicamente eliminati con il vomito, tipico nel gatto, altri però possono permanere nello stomaco e dare vari tipi di problemi.
I pilozoari, così chiamati i boli di pelo del gatto, possono comportare ostruzioni parziali o totali del meato gastro-enterico, dare origine a vari tipi di disturbi, dal vomito alla cattiva digestione, dalla diarrea all'inappetenza e quindi generare anche un disagio fisico al micio stesso. Per giunta, l'emissione dei boli di pelo con il vomito, seppur fisiologica nel mondo felino, comporta comunque alcuni tipi di squilibri idro-elettrolitici temporanei e l'inconveniente di ritrovare boli rigurgitati in vari punti della casa.
Anche le unghie, se trascurate, potrebbero allungarsi eccessivamente, girarsi su se stesse e ferire i cuscinetti plantari dell'animale. A questo scopo, dunque, è bene che il gatto d'appartamento venga curato anche sotto il punto di vista igienico con i prodotti giusti e con i metodi più adeguati.
Spazzolatura del gatto a pelo corto e a pelo lungo
Indipendentemente dal periodo dell'anno, tutti gli animali perdono il pelo per il regolare ricambio dello stesso che ha un ciclo vitale di circa 21 giorni; questo significa che la perdita di pelo risulta continua, con particolari picchi di densità e quantità nei momenti di muta, ovvero i periodi dell'anno che vanno indicativamente da settembre ad ottobre e da marzo ad aprile.
Conseguentemente, effettuare una spazzolatura del pelo del gatto diventa davvero necessario ed indispensabile per un duplice motivo: evitare la caduta del pelo in casa e liberare il mantello del pelo morto.
Ma come spazzolare un gatto?
La spazzolatura del pelo del gatto dipende dalla lunghezza del mantello, perché i gatti a pelo corto possono essere spazzolati anche a giorni alterni nei periodi al di fuori della muta, ma i gatti a pelo lungo hanno l'assoluta necessitàn di essere spazzolati davvero tutti i giorni.
La spazzolatura deve sempre avvenire nel verso del pelo, poiché eseguito al contrario potrebbe creare sensazioni così fastidiose al micio, che potrebbe non collaborare più. Il momento della spazzolatura, infatti, dovrebbe diventare una sorta di coccola per il gatto, in modo da renderlo piacevole per il micio e facile da eseguire per il proprietario.
Per il gatto a pelo corto potrebbe risultare utile un cardatore morbido, ovvero una spazzola con setole relativamente corte che consentono di eliminare i peli, la polvere ed altri eventuali residui. Molto utili per i gatti che risultano poco collaborativi durante la spazzolatura, sono i guanti cardatori, dotati di piccole setole sulla superficie dello stesso, che raccoglie i peli semplicemente effettuando un movimento sovrapponibile ad una carezza.
Quest'ultimo si rende incredibilmente utile anche per la spazzolatura dei gatti a pelo lungo, raccogliendo la maggior parte dei peli che altrimenti cadrebbe sul pavimento dell'ambiente in cui viene eseguita.
I gatti a pelo lungo hanno bisogno di spazzolature molto più importanti e prolungate, che vadano a toccare non solo le zone del dorso, della pancia, del collo, della testa e della coda, ma anche del retro-coscia e la zona dell'inguine e delle ascelle, dove spesso si formano nodi per via dello sfregamento durante il movimento.
Nel gatto a pelo lungo sarà bene utilizzare prima con il cardatore morbido per effettuare una spazzolatura più profonda e poi anche il guanto cardatore per eliminare gli ulteriori peli residui che non sono stati eliminati con il primo.
Infine, che si tratti di gatti a pelo corto o a pelo lungo, questa pratica quotidiana li aiuterà a effettuare un'auto-toelettatura molto meno impegnativa.
Lavare un gatto: è possibile?
Sebbene sia risaputo che il gatto odia l'acqua, vi sono diversi modi per lavarlo e fargli addirittura lo shampoo, basterà conoscere le giuste tecniche e i prodotti migliori da utilizzare.
Come lavare il gatto, quindi?
In commercio esistono numerosi tipi di shampoo per gatti, sia in formulazione secca che in lozione. I primi, gli shampoo secchi, sono solitamente spray e prodotti in diverse fragranze, ognuno dei quali contiene ingredienti specifichi che mirano a limitare o eliminare un particolare tipo di disturbo cutaneo. Lo shampoo a secco va nebulizzato direttamente sul mantello del gatto, possibilmente sia nel verso contrario che in quello del pelo stesso.
Spesso, però, il micio vive come una minaccia il rumore dello spruzzo di un prodotto spray, perché lo associa al soffio aggressivo di un altro gatto; in questo casi sarà sufficiente nebulizzare il prodotto preventivamente su un panno umido che poi verrà passato su tutta la superficie del mantello, sia nel verso del pelo che al contrario. La maggior parte degli shampoo a secco per gatti sono a mousse, formulazione che migliora la pulizia del pelo e favorisce un rapido assorbimento sullo stesso.
Dopo aver applicato lo shampoo a secco in uno dei due modi suddetti, sarà importante spazzolare il mantello, in modo da togliere eventuali eccessi e residui di polvere e peli morti.
Per quanto riguarda invece gli shampoo in lozione, solitamente quest'ultimi sono sempre formulati a base d'olio in modo da nutrire a fondo pelo e cute, ma soprattutto per evitare la formazione di schiuma, motivo che determinerebbe necessariamente l'utilizzo dell'acqua, primo nemico del gatto.
Lo shampoo in lozione, invece, può essere applicato diluendone una piccola quantità con l'acqua e distribuendolo sul pelo del gatto con l'aiuto delle mani. Proprio per la sua capacità fondamentale di non fare schiuma, non necessita di risciacquo ma potrà essere seguito dalla semplice spazzolatura del mantello.
Il lavaggio del micio non va fatto troppo frequentemente, circa una volta ogni 30-60 giorni, per cui nell'intervallo di tempo tra un bagno e l'altro il gatto può essere igienizzato con le apposite salviettine, utili soprattutto per pulire le zampe e le altre zone più delicate.
Anche l'uso di deodoranti specifici può migliorare la qualità del pelo del gatto, eliminando le impurità, favorendo un'igiene più duratura tra un lavaggio e il successivo e mantenendolo lucido, setoso, morbido e profumato. Le fragranze sono delicate e gradevoli, perfette per il sofisticato olfatto felino.
Tipologie di shampoo per gatti
La scelta del tipo di shampoo da utilizzare per il proprio gatto può essere dettata esclusivamente da una preferenza di fragranza, oppure da un'esigenza specifica del micio. Esistono infatti casi in cui il gatto tende a grattarsi con particolare insistenza ed in maniera generalizzata, a causa della perdita di pelo eccessiva che si ha durante la muta.
Una volta escluso un problema dermatologico dopo un'adeguata visita veterinaria, si potrà dunque optare per l'utilizzo di uno shampoo a secco adatto per i pruriti e gli eritemi da contatto a base di elicrisio officinalis, perfetto per lenire i rossori e calmare l'instinto al grattamento.
Sui gatti che mostrano invece una pelle parecchio delicata, con cute rosa e mantello bianco, invece, sarà opportuno utilizzare uno shampoo a base di calendula officinalis o lavanda officinalis, entrambi capaci di eseguire un'azione dolce su una pelle particolarmente sensibile.
I gatti dal pelo lungo, invece, tendono ad avere un sottopelo particolarmente lanoso che comporta molto facilmente la formazione di nodi; per queste razze, lo shampoo a secco perfetto è quello a base di malva officinalis, perché in grado di districare i nodi già presenti e di limitarne la formazione di nuovi.
Quando si utilizzano gli shampoo per gatti, è sempre fondamentale accertarsi di almeno tra cose: in primis, il prodotto deve essere di buona qualità e possibilmente contenere solo sostanze naturali che non aggrediscono la cute; in secondo luogo, bisogna assicurarsi che il micio non mostri alterazioni di cute e mantello, come forfora o ferite aperte, perché lo shampoo potrebbe creare infezioni, bruciori e peggiorare la situazione di partenza; infine, le condizioni del pelo dicono molto all'intuito del veterinario sullo stato di salute di un gatto, per cui lavaggi troppo frequenti potrebbero ovattare l'espressione indiretta di un sintomo, che verrebbe mascherato dalla pulizia costante del pelo rendendo difficile la diagnosi al medico.
Inoltre, le profumazioni degli shampoo per gatti devono sempre essere sì gradevoli ma molto delicate, in modo da non disturbare il sovrasviluppato olfatto felino ed infastidire il povero micio. Il proprietario non dovrebbe utilizzare lo shampoo a secco con troppo frequenza, perché il gatto continuerà comunque a farsi quotidianamente l'auto-toelettatura e la presenza di un eccesso di residuo di shampoo secco potrebbe indurlo ad ingerirne tracce con i suoi stessi peli, comportando vomito o nausea. Tutti questi inconvenienti sono scaturiti da una poca conoscenza del proprietario circa le buone norme di igiene del gatto, per cui basterà seguire delle semplici linee guida per essere sicuri di non incorrere in nessun tipo di problema.
Non va dimenticato, infine, che l'acquisto di prodotti specifici per animali, e soprattutto per gatti, è indispensabile per evitare patologie cutanee, poiché lo shampoo ad uso umano ha un pH notevolmente diverso da quello dello shampoo felino, dunque non può essere utilizzato nemmeno diluito per il lavaggio del gatto, anche a causa dell'eccessiva formazione di schiuma che poi sarebbe difficile rimuovere senza un accurato lavaggio con acqua.
Cura delle unghie: il taglio
Le unghie del gatto sono molto diverse da quelle del cane, perché molto più sottili e appuntite; per giunta la loro struttura è a strati, per cui un taglio errato delle unghie del gatto fa sì che queste si aprano a mo' di sfoglia, rilasciando residui sulle superfici e facendo rischiare che il gatto stesso si impigli a causa dell'irregolarità della superficie dell'unghia.
Le unghie del gatto, quindi, vanno curate con altrettanta attenzione, anche se si dispone in casa di un adeguato tiragraffi su cui il micio abitualmente affila i propri artigli.
Per tagliare le unghie al gatto correttamente è importante sapere che all'interno delle stesse passa un vaso sanguigno che è anche possibile intravedere in trasparenza come una zona più rosata, soprattutto se le unghie sono chiare.
Onde evitare di tagliare involontariamente anche la parte ungueale occupata dal vaso sanguigno e provocare una perdita ematica, sarà importante spuntare le unghie solo lì dove la punta appare bianca.
Il taglio delle unghie del gatto, inoltre, non va eseguita con normali forbici ma con appositi strumenti che evitano di sfaldarle o di creare tagli irregolari: a questo scopo esistono specifici tagliaunghie dotati anche di limatore o tronchesini tagliaunghie piccoli, per le unghie più sottili.
Il proprietario che esegue la pratica del taglio delle unghie senza l'aiuto del veterinario, dovrà fare particolare attenzione a quelle degli speroni, ovvero delle dita libere che corrispondono indicativamente ai nostri pollici e che, per come sono posizionati, non poggiano a terra e per questo non vengono mai consumate.
Queste unghie più delle altre, infatti, possono andar incontro ad un allungamento eccessivo che comporta il ritorno su se stessa della punta, con infissione nel cuscinetto plantare. Nel caso in cui si verificasse questa evenienza, è sempre bene rivolgersi al proprio veterinario di fiducia.
Il taglio delle unghie dovrebbe essere eseguito ogni 15 giorni circa, ma può essere anche dilazionato diversamente se il gatto già utilizza un apposito tiragraffi e se si utilizzano le limette inglobate nel tagliaunghie per arrotondare la punta. La cura delle unghie del gatto non va mai sottovalutata.