
Displasia dell'anca nel cane: come prevenirla, riconoscerla e curarla
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Displasia dell'anca nel cane: come prevenirla, riconoscerla e curarla
La displasia dell'anca del cane è una malattia osteo-articolare talmente grave da compromettere non soltanto la funzionalità motoria ma l'intera qualità della vita del tuo amico. Più diffusa fra i cani di taglia media e grande, questa condizione patologica si sviluppa nei primi mesi di vita per poi degenerare in forme croniche di artrosi nell'età adulta. La rilevazione tempestiva della malattia - meglio se nella sua fase iniziale, ovvero verso i tre mesi e mezzo di vita del cane - rappresenta la misura più efficace per arginarne il decorso, in quanto consente di mettere in atto le opportune strategie correttive, dall'alimentazione alle abitudini di vita, dalle cure farmacologiche fino, nei casi più gravi, al vero e proprio intervento chirurgico. Dato che la prevenzione e la diagnosi precoce rivestono in tal senso un ruolo fondamentale, è molto importante conoscere approfonditamente la natura e la sintomatologia della displasia dei cani in modo tale da riconoscerla in tempo utile ed intervenire con le misure più adeguate al caso.
Cos'è la displasia dell'anca nel cane
La displasia del cane è una malformazione che si verifica quando l'articolazione coxo-femorale è disallineata dalla sua posizione naturale. In questa condizione, la cavità articolare dell'anca (detta "acetabolo") mostra una mancata corrispondenza con la testa del femore la quale, non essendo trattenuta in modo stabile, resta "traballante"; ogni movimento, in tal modo, infiamma e indebolisce i tessuti circostanti, ostacolando la corretta deambulazione ed esponendo continuamente l'articolazione al rischio di traumi.
Secondo l'"Orthopedic Foundation of Animals (OFA)", a seconda della gravità si distinguono quattro gradi di displasia nei cani:
- I - Nel primo, la displasia si manifesta con una piccola sub-lussazione e un lieve stato doloroso;
- II - Nel secondo, la testa del femore mostra una fuoriuscita dalla cavità articolare fino al 50% e una sub-lussazione molto accentuata;
- III - Nel terzo, la testa del femore è fuori dalla cavità fino al 75%. In questa fase hanno luogo gravi manifestazioni di carattere degenerativo;
- IV - Nel quarto, tutta la testa del femore è all'esterno e l'acetabolo appare quasi completamente appiattito. Il tessuto articolare mostra un notevole cambiamento degenerativo.
Le cause della displasia dell'anca nel cane
Qual è la causa all'origine della displasia dell'anca nel cane? In realtà, i fattori che ne determinano l'insorgenza sono molteplici e di varia natura: fra i più frequenti spiccano la componente genetica, l'ambiente, le carenze nutrizionali, il peso corporeo e il tasso di crescita.
Il fattore genetico, in particolare, deve essere considerato con molta attenzione ai fini di una efficace prevenzione: la displasia, infatti, è una malattia ereditaria, in quanto esistono alcuni particolari geni responsabili della sua trasmissione. Un cane displasico, quindi, ha un'altissima probabilità di trasmettere ai figli la sua patologia: per questo i veterinari, di solito, raccomandano di non destinare all'accoppiamento i soggetti affetti da displasia.
Anche determinate condizioni ambientali possono concorrere all'insorgenza della displasia: se tu e il tuo amico, ad esempio, dovete percorrere giornalmente diverse rampe di scale per entrare e uscire dall'ambiente domestico, o se la vostra passeggiata si svolge in un contesto che stimola a saltare troppo frequentemente, l'articolazione del tuo cane potrebbe, nel lungo periodo, risultarne danneggiata.
Tra le cause che maggiormente incidono sulla salute delle articolazioni, il cibo occupa sicuramente un posto di primo piano. Un'alimentazione completa ed equilibrata, infatti, possiede tutti i nutrienti necessari ad una crescita corretta: una nutrizione con questi requisiti, oltre ad assicurare al tuo amico il benessere ottimale, contribuisce a rafforzare le articolazioni prevenendo l'insorgenza della displasia e di altre cronicità. Al contrario, nutrire il proprio cane con alimenti non adatti (ad esempio, gli avanzi della tavola) o puntare su una iper-alimentazione nel tentativo di accrescere la taglia può condurre a tutta una serie di problematiche che favoriscono la comparsa di displasie: malnutrizione, carenze nutrizionali e, soprattutto, un eccessivo aumento di peso.
Quando il cane è troppo grasso o fuori taglia, il peso corporeo diventa, giorno dopo giorno, un carico intollerabile, che grava sulle articolazioni e le deforma. Molti proprietari credono di ovviare a questo problema con una consistente integrazione di calcio: così facendo, però, danneggiano in modo irreparabile le ossa, aprendo la strada a patologie dolorose e invalidanti. Il periodo della crescita, in questo senso, è il momento più "a rischio": un cucciolo troppo grande per la sua età, infatti, è più esposto alla displasia dell'anca in quanto le sue articolazioni e il suo sistema osseo sono ancora fragili e in via di sviluppo e, quindi, molto più suscettibili di malformazioni se sottoposti ad un peso eccessivo; per lo stesso motivo, anche un esercizio fisico molto intenso può avere un impatto negativo in questa particolare fascia di età.
La displasia dell'anca nel cane: come riconoscerla
La displasia dell'anca nel cane si manifesta con sintomi differenti a seconda dell'età e della gravità del caso. I cuccioli affetti da displasia, solitamente, mostrano alterazioni della normale funzionalità motoria: difficoltà a salire le scale o ad entrare in auto, dolore, resistenza all'esercizio fisico e a tutti quei movimenti che richiedono il rizzarsi sulle zampe posteriori. Nel cucciolo displasico, anche l'andatura risulta anomala: la sua corsa, ad esempio, è più simile a quella del coniglio che non a quella di un cane. In età adulta, la displasia del cane presenta tutti i sintomi dell'artrosi: fra tutti spicca il dolore, la cui intensità varia in base allo stadio di avanzamento della malattia.
La diagnosi precoce nei cuccioli
E' un errore attendere la maturazione scheletrica del cane prima di effettuare gli opportuni accertamenti: spesso, infatti, la displasia si evidenzia in forme gravi fin dalla più tenera età. Per questo, una diagnosi precoce per la displasia non è soltanto consigliata ma caldamente raccomandata, soprattutto nei casi in cui è già nota la componente genetica o qualora la sintomatologia si manifesti in modo evidente.
Valutare la condizione articolare dell'anca nella fase di accrescimento consente di intercettare la patologia nel suo stadio iniziale e di effettuare una proiezione dei tempi, della modalità e dell'entità del suo sviluppo; in più, diagnosticare la displasia dell'anca nei cuccioli è una procedura estremamente utile per bloccare la progressione del danno alla cartilagine ed evitare l'aggravarsi della malattia.
La diagnosi precoce della displasia dell'anca può rappresentare inoltre uno strumento prezioso per semplificare le cure: quando il cane è molto piccolo, infatti, gli interventi correttivi sono sempre molto meno invasivi rispetto a quelli che si possono eseguire quando lo scheletro è già formato; da non sottovalutare, poi, è la possibilità che "sul nascere" la malattia si presenti in forma molto lieve, tale da poter essere curata solo con una corretta alimentazione e uno stile di vita adeguato.
L'età giusta per l'effettuazione della diagnosi precoce va individuata in base al livello di displasia presente e alla razza del cane: solitamente, il momento ideale si colloca intorno alle 15 settimane di vita per i cani di taglia media e grande e verso le 18 settimane per i cani di taglia gigante. Per offrire il più alto margine di attendibilità, la diagnostica deve comprendere un'accurata visita ortopedica e una serie di esami radiografici statici e dinamici: queste procedure, infatti, consentono di individuare i primissimi segni della malattia, non riconoscibili con altri tipi di metodologie (come la "proiezione ventro-dorsale") la cui efficacia è generalmente limitata alla verifica degli stadi più avanzati.
La displasia del cane: le cure
La cura per la displasia dell'anca nel cane prevede due tipi di terapia: conservativa e chirurgica.
Il trattamento conservativo è applicabile solo nei primi stadi della malattia, quando sia il dolore che il danno articolare presentano un'entità ancora molto lieve: in questo caso, si interviene con una apposita dieta, un percorso fisioterapico, l'impiego di farmaci anti-infiammatori e l'integrazione di nutrienti specifici per le articolazioni. Quando il grado della displasia è ormai avanzato, al punto che gli stessi farmaci non riescono più nemmeno ad alleviare il dolore, si passa alla terapia chirurgica che prevede interventi differenziati a seconda dell'età del cane e della gravità del danno articolare. Se il cane è giovane e non soffre ancora di artrosi è possibile optare per operazioni poco invasive come la "sinfisiodesi pubica" o la "duplice osteotomia pelvica" che mirano ad eliminare le parti danneggiate per ridurre il dolore e promuovere la formazione di una nuova articolazione. Quando il cane affetto da displasia è anziano e manifesta una grave forma di artrosi, invece, spesso si procede alla rimozione completa dell'articolazione danneggiata e all'impiego di protesi sostitutive.
Le razze canine più predisposte alla displasia dell'anca
Sebbene questa patologia possa insorgere indipendentemente dalla razza e dall'età, i più predisposti sono solitamente i cani di taglia media, grande e gigante. A tal proposito, esistono alcune particolari razze canine in cui l'incidenza della malattia è più frequente che in altre. La displasia dell'anca, infatti, si riscontra spesso nel Pastore Tedesco, nel Labrador, nel Terranova, nell'Alano, nel Boxer, nel Mastino dei Pirenei e nel Rottweiler. La displasia nel Labrador molto spesso colpisce, oltre all'anca, anche il gomito.
L'importanza di una buona prevenzione
Anche se esiste una predisposizione genetica alla displasia dell'anca, alcune sane regole di vita e una corretta alimentazione possono contribuire a rallentare il decorso aiutando a prevenire le forme più gravi. Se il cucciolo appartiene ad una delle razze più "a rischio" è bene limitare salti, corse e rampe di scale per non sottoporre le sue articolazioni ad uno stress eccessivo.
La dieta dovrà essere molto leggera e povera di grassi per evitare il sovrappeso: un carico troppo pesante, infatti, può indebolire e deformare le articolazioni, soprattutto nella delicata fase della crescita. Allo stesso tempo è importante fornire al cane alcuni particolari nutrienti in grado di irrobustire il sistema immunitario e rafforzare ossa e cartilagini.
Tra i principi nutritivi più benefici in tal senso si annoverano i cosiddetti "condroprotettori", sostanze naturali in grado di migliorare la qualità del tessuto cartilagineo.Sono condroprotettori, in particolare, la Glucosamina e il Solfato di Condroitina. Questi composti esercitano sulle articolazioni un'azione benefica ad ampio spettro: alleviano il dolore, aiutano a ridurre il dolore e l'infiammazione, rallentano l'usura delle cartilagini e ne promuovono la rigenerazione. L'assunzione di questi due nutrienti, quindi, è estremamente preziosa per aiutare il cane a prevenire e contrastare la displasia e tutte le sue manifestazioni. Disponibili sotto forma di integratori, la Glucosamina e il Solfato di Condroitina possono essere somministrate al cane anche con il cibo: in commercio, infatti, esistono alimenti secchi specifici che li contengono già all'interno della loro formulazione.
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