
I vaccini dei gatti: quando vaccinare il gatto e quali sono i vaccini obbligatori
L'importanza dei vaccini
Vaccinare il gatto è un gesto imprescindibile: esattamente come nel caso degli esseri umani, infatti, questa particolare pratica medica rappresenta la più potente protezione da malattie infettive per le quali non esistono cure risolutive e che, per la loro virulenza, possono causare al gatto molta sofferenza e portarlo addirittura al decesso. Affinché l'azione dei vaccini per i gatti possa risultare davvero efficace, però, è necessario seguire scrupolosamente ogni tappa del protocollo: ciò significa non solo scegliere l'iter vaccinale più idoneo alle esigenze e allo stile di vita dell'animale, ma anche rispettare puntualmente le scadenze dei richiami, avendo cura di affidarsi al proprio veterinario di fiducia per tutte le procedure del caso.
Quando vaccinare il tuo gatto
Quando è opportuno vaccinare il gattino? L'età ideale per fare il primo vaccino al gatto è intorno ai due-tre mesi, ovvero nel periodo che coincide con l'inizio dello svezzamento.
Nelle prime settimane di vita, infatti, i gattini sono adeguatamente protetti dal latte materno: in questa fase, quindi, la nutrizione costituisce il primo e più efficace scudo contro gli attacchi delle malattie. Oltre ai nutrienti indispensabili alla sopravvivenza e allo sviluppo, infatti, il latte materno contiene tutti gli anticorpi di cui il sistema immunitario del gattino necessita per difendersi dalle infezioni; a partire dalla settima settimana, però, mamma gatta comincia a secernere sempre meno latte, fino a non essere più in grado di nutrire i suoi cuccioli.
Il vaccino, a questo punto, si pone in soluzione di continuità con il latte materno, del quale sostituisce e prosegue l'attività immunizzante. Al compimento delle 8-12 settimane, quindi, è fondamentale portare il piccolo dal veterinario per effettuare il primo vaccino, al quale seguirà un richiamo dopo altre 4 settimane; i richiami successivi avranno cadenza annuale.
Sarà il veterinario a fissare le opportune scadenze, annotandole in un apposito libretto delle vaccinazioni per gatti. Questo documento, rilasciato nel corso della prima vaccinazione, serve a riportare vari dati concernenti tutte le procedure veterinarie alle quali il micio viene sottoposto: vaccini, richiami, sterilizzazione, eventuali interventi chirurgici e trattamenti particolari. Da conservare con cura, deve sempre accompagnare il tuo micio in occasione delle visite veterinarie e durante i viaggi: in quest'ultimo caso, il libretto delle vaccinazioni riveste un ruolo particolarmente importante, in quanto comprova l'avvenuta effettuazione dei vaccini obbligatori per tutti gli effetti di legge.
Quali sono i vaccini dei gatti obbligatori
I vaccini per gatti si dividono in due categorie: vaccini obbligatori (detti anche vaccini di base) e vaccini facoltativi.
La procedura che costituisce la vera e propria base di qualsiasi percorso vaccinale è denominata "trivalente" e raggruppa tre vaccini obbligatori: rinotracheite (herpes virus), calicivirosi (calici virus) e gastroenterite virale (panleucopenia). Il vaccino trivalente per il gatto deve essere somministrato obbligatoriamente, a prescindere dallo stile di vita, dalla zona di residenza e dalle particolari condizioni fisiche del gatto: questa vaccinazione, infatti, ha lo scopo di immunizzare il tuo micio da tre gravissime malattie infettive che, per la loro grande diffusione, possono essere contratte con estrema facilità.
Responsabile della rinotracheite felina è l'herpesvirus felino, denominato anche FHV-1: questo virus colpisce le vie respiratorie del gatto, causando varie manifestazioni a carico degli occhi e del sistema immunitario. I sintomi più comuni sono scolo nasale e oculare, congiuntivite, ulcere corneali, cheratite, inappetenza, prostrazione, febbre, tosse, respiro affannoso e salivazione sovrabbondante; le difese immunitarie vengono intaccate gravemente, fino a degenerare nell’immunodeficienza felina e nella leucemia. Il decorso dura al massimo una decina di giorni nei gatti adulti, e può risolversi con la guarigione in caso di sistema immunitario molto forte e di cure efficaci; nei cuccioli, invece, può essere letale. Anche in caso di guarigione, però, il gatto può restare portatore sano. Il virus inoltre è molto resistente, e può sopravvivere a lungo nell'ambiente: poichè si trasmette con le secrezioni, ha un grado di contagiosità molto alta data l'abitudine tipicamente felina di annusarsi tramite il contatto diretto con il naso.
Come la rinotracheite, anche la calicivirosi interessa le prime vie respiratorie; è provocata dal calicivirus, un microrganismo che, per i suoi numerosi ceppi e la capacità di resistere a lungo nell'ambiente, presenta un livello di contagiosità estremamente elevata. La trasmissione da un soggetto all'altro avviene principalmente attraverso le secrezioni. I sintomi riguardano soprattutto il cavo orale, nel quale si sviluppano ulcere, escoriazioni e vescicole molto dolorose: il gatto non riesce ad alimentarsi, e si indebolisce gradualmente. Altre manifestazioni della malattia sono diarrea, letargia, salivazione eccessiva, congiuntivite, scolo nasale, starnuti e febbre; il decorso può avere esito infausto per i gattini, i gatti anziani e i soggetti più deboli, che muoiono in più della metà dei casi.
La gastroenterite virale, o panleucopenia, è un'infezione generalizzata che colpisce l'intero organismo, anche se la maggior parte della sintomatologia interessa l'apparato gastrointestinale: il suo agente patogeno è il parvovirus, un virus caratterizzato da un'eccezionale resistenza a tutte le condizioni climatiche e ambientali avverse (alte temperature, disinfettanti). I sintomi sono prevalentemente febbre, inappetenza, abbattimento, vomito, diarrea, disidratazione; oltre che alla distruzione della mucosa gastrica, l'azione del virus mira a distruggere i leucociti, causando il progressivo logoramento del sistema immunitario. Per questo, l'indice di mortalità di tale malattia è particolarmente elevato nei cuccioli, i quali non dispongono di difese immunitarie forti.
I vaccini facoltativi
Al vaccino trivalente, il veterinario può ritenere opportuno aggiungere il vaccino contro la FeLV (leucemia felina): con l'aggiunta del vaccino contro la leucemia felina, la procedura prende il nome di tetravalente.
La FeLV è responsabile di una forma di cancro ai linfociti: se non viene sconfitto dal sistema immunitario dell'animale, il suo virus può quindi essere letale. I sintomi della Felv comprendono lesioni e infezioni cutanee, alopecia, anoressia, diarrea, stomatiti, gengiviti, stanchezza, febbre, convulsioni, linfonodi ingrossati, ittero e perdita di peso; il gatto, inoltre, mostra scarsa cura per la pulizia personale e tende a fare i suoi bisogni fuori dalla cassettina igienica.
Altre vaccinazioni non obbligatorie sono quelle contro la peritonite infettiva felina (FIP) e la clamidiosi.
La peritonite infettiva felina, infezione dagli esiti mortali, è causata da un coronavirus felino, il FCoV, che esiste in diverse forme. Alcune forme hanno una sintomatologia di lieve entità, tale da passare quasi inosservata; le forme di peritonite infettiva felina più gravi, invece, sono una delle più frequenti cause di morte per infezione, specialmente nelle colonie feline, dato l'alto livello di contagiosità. Si distinguono due tipi di peritonite felina: effusiva (forma umida) e non effusiva (forma secca). Il primo tipo è caratterizzato da versamenti nelle grandi cavità del corpo (torace, addome) con sintomi come dispnea, gonfiore addominale, ittero, perdita di peso, mucose pallide; la forma non effusiva, invece, presenta sintomi gastroenterici piuttosto comuni quali vomito, diarrea, febbre, inappetenza e, in alcuni casi, problemi neurologici (tremori, paresi, mancanza di coordinazione, anomalie comportamentali).
La clamidiosi è una malattia virale che colpisce gli occhi: dovuta al batterio Clamydia felis, ha anch'essa un altissimo grado di contagiosità e si manifesta con una congiuntivite inizialmente monolaterale associata a rinite, ulcerazioni della bocca, tosse, starnuti, febbre e affezioni polmonari. Nei gattini è quasi sempre mortale. In merito a questi vaccini facoltativi, è sempre bene chiedere il parere del veterinario che, in base alla storia clinica del piccolo paziente e al suo peculiare stile di vita, saprà suggerire senz'altro l'opzione migliore.
Le vaccinazioni per i gatti da appartamento, ad esempio, sono in genere la trivalente e la tetravalente; nelle colonie feline e nei gattili, dove la promiscuità aumenta i rischi di contagio, è solitamente raccomandata la pentavalente, ovvero la procedura che comprende i vaccini contro panleucopenia (gastroenterite felina), rinotracheite infettiva, calicivirosi, leucemia felina e clamidiosi.
Per quanto riguarda l'antirabbica, la sua somministrazione non rientra tra le procedure obbligatorie: è comunque richiesta in alcune particolari zone d'Italia, come la Sardegna. Molti paesi esteri, invece, ne hanno sancito l'obbligatorietà: se prevedi di viaggiare con il tuo micio all'interno dell'Unione Europea, in particolare, dovrai necessariamente essere in regola anche con questa vaccinazione. Per tutte le altre destinazioni del mondo, è opportuno informarsi con molto anticipo sui vaccini obbligatori, poiché le normative a riguardo possono variare da paese a paese. Puoi reperire questo tipo di informazioni presso le ASL o dal tuo veterinario, oppure consultando i siti dei paesi di destinazione. La vaccinazione contro la rabbia è richiesta anche in caso di esposizioni feline.
I richiami
I richiami influiscono in modo decisivo sulla funzione di un vaccino: per questo occorre sempre rispettarne le scadenze. Indipendentemente dal tipo di iter vaccinale (trivalente, tetravalente o pentavalente), il primo richiamo viene effettuato a circa un mese dalla prima inoculazione. I richiami successivi avranno cadenza annuale. Se i richiami non vengono effettuati alla giusta scadenza, il vaccino perde la sua efficacia; qualora non venga eseguito il primo richiamo, l'intero protocollo vaccinale deve essere ripetuto. La copertura totale, infatti, decorre solo a 15 giorni dal secondo trattamento: prima di allora, il gatto non può considerarsi ancora protetto. Questo non vale solo per i gattini, ma anche per i gatti adulti.
I costi dei vaccini dei gatti
Il vaccino del gatto ha un costo variabile che dipende da diversi fattori: la zona in cui viene effettuato, la tipologia di vaccinazione, la visita che il veterinario effettua contestualmente al vaccino. Orientativamente, il prezzo può oscillare fra i 30 e i 50 euro. Com'è facilmente prevedibile, i vaccini per gatti obbligatori hanno costi più contenuti; così, se dovrai vaccinare il tuo gatto con la sola trivalente, spenderai una cifra sicuramente più bassa. La spesa dovrà essere ripetuta ad ogni successivo richiamo: in tutti i casi, si tratta comunque di un esborso limitato rispetto alle spese da sostenere per curare una malattia infettiva, e irrisorio se si pensa alla sicurezza di avere il proprio gatto protetto e in salute.
Effetti collaterali
Talvolta, i proprietari evitano di vaccinare il proprio gatto per timore che si ammali. In realtà, il vaccino non fa ammalare il gatto, ma stimola il suo sistema immunitario a creare gli anticorpi necessari contro le principali patologie infettive.
La preoccupazione dei proprietari riguarda anche il rischio di possibili effetti collaterali: dopo l'inoculazione del vaccino il gatto potrebbe sviluppare una reazione avversa.
Le più comuni (febbre leggera, starnuti, gonfiore della cute nella zona dell'inoculazione, zoppia, inappetenza) insorgono a poche ore dalla vaccinazione e scompaiono nel giro di un paio di giorni. Molto raramente può svilupparsi un sarcoma nel sito dell'iniezione. In tutti i casi, il veterinario è l'unica persona in grado di fornirti consulenza ed assistenza: consultalo senza indugio se sospetti un effetto collaterale negativo a seguito della vaccinazione. In genere, però, il fattore di rischio legato alla vaccinazione è davvero molto basso, a condizione che la somministrazione venga eseguita dal veterinario. Il veterinario, inoltre, saprà sempre individuare l'iter vaccinale più idoneo al tuo gatto in base alla sua storia clinica e al contesto in cui vive: anche questo aspetto riduce al minimo la possibilità di reazioni avverse. Lasciare il tuo gatto "scoperto" nei confronti di malattie infettive altamente contagiose per le quali non esistono terapie, invece, significa aumentare le probabilità che possa morire fra atroci sofferenze: allo stato attuale, infatti, i vaccini per gatti rappresentano il sistema migliore per proteggere la salute del tuo micio e garantirgli la migliore qualità della vita.
La vaccinazione, quindi, è molto più che una pratica veterinaria: è uno dei più importanti atti d'amore che puoi donare al tuo gatto, il modo più efficace per prenderti cura della sua salute e assicurarvi una convivenza piena di serenità.
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