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Le vaccinazioni nel gatto

Le vaccinazioni nel gatto

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Le vaccinazioni nel gatto

Le vaccinazioni nel gatto

Quando adottiamo un gatto, oltre a pensare alla sua alimentazione, dobbiamo anche preservare la sua salute e fare sì che non possa contrarre le malattie: come del resto viene fatto anche per i bambini, i gatti devono essere sottoposti a vaccini annuali in grado di non esporli a patologie, che possono essere anche molto gravi.

Purtroppo, ancora nel 2016, ci sono persone che pensano che ad essere vaccinati debbano essere solo i gatti che vivono all'esterno: anche i gatti che vivono dentro casa e che non escono mai all'aperto possono invece essere attaccati dagli agenti patogeni che sono spesso a diffusione aerea e che tra l'altro, possiamo essere noi stessi a portare all'interno, tramite vestiti e scarpe.

Per questo il nostro gatto deve essere sottoposto, appena è possibile, ad un programma vaccinale molto scrupoloso, che deve essere preparato dal veterinario. Come sempre diciamo, la prevenzione è fondamentale nella lotta ad alcune patologie, che purtroppo possono rivelarsi anche letali. Con questo articolo vogliamo quindi dare un'infarinatura di base sui vari vaccini a cui deve essere sottoposto al gatto, spiegare cos'è il famoso vaccino trivalente, a quale età è necessario fare il primo vaccino e quando devono essere fatti i successivi richiami.

Elenco dei vaccini per il gatto

Elenco dei vaccini del gatto

Si sente spesso parlare di vaccino trivalente per i gatti o di vaccino RCP: il vaccino viene chiamato in questo modo perchè protegge il gatto dalla possibilità di contrarre tre patologie molto gravi, ovvero la Rinotracheite, la Calicivirosi, e la Panleucopenia.

Vaccino trivalente (Rinotracheite, Calicivirosi, Panleucopenia)

La Rinotracheite, conosciuta anche Rinotracheite virale, è una patologia respiratoria molto grave causata da un virus chiamato Herpesvirus: da un banale raffreddore con congiuntivite si arriva alla perdita molto spesso anche di entrambi gli occhi e anche alla morte. Spesso il gattino guarito dalla Rinotracheite diventa un portatore asintomatico e questo risulta un problema soprattutto se coabita con altri felini.

La Calicivirosi è un'altro tipo di patologia respiratoria altrettanto grave, causata da un virus chiamato Calicivirus: oltre a provocare febbre, starnuti, congiuntivite e tosse, è molto infettiva e riconoscibile attraverso le ulcere che si formano ai lati delle narici, nella lingua e nella bocca del gatto.

La Panleucopenia, conosciuta anche come gastroenterite virale, è una delle cause più frequenti di mortalità nei gattini. Si tratta di una patologia dal decorso fulminante che provoca vomito, forti dolori addominali, estrema stanchezza ed una rapidissima disidratazione. Generalmente se il gatto non esce di casa e non viene a contatto con mici esterni, il vaccino trivalente è sufficiente, ovviamente se vengono effettuati regolarmente i richiami. Vi sono però altri vaccini che sono altamente raccomandati, in quanto permettono di ridurre la possibilità che il gatto possa contrarre altre patologie molto pericolose.

Leucemia felina FELV e Clamidiosi

Gli altri vaccini consigliati sono quello contro la leucemia felina, conosciuta anche come FELV e contro la clamidiosi, un'altro tipo di patologia alle vie respiratorie. Quanto il vaccino trivalente comprende anche la FELV, viene chiamato tetravalente.

Peritonite infettiva felina FIP

Recentissimamente si è iniziato a vaccinare i gatti anche contro un'altra malattia molto pericolosa, ovvero la peritonite infettiva felina, chiamata più semplicemente FIP: siccome però si tratta di un vaccino assolutamente nuovo, non se ne conoscono ancora dettagliatamente vantaggi e svantaggi e quindi non è consigliato.

Immunodeficienza felina FIV

Contro invece l'immunodeficienza felina, conosciuta anche come AIDS felina o FIV, a tutt'oggi non esiste ancora nessun vaccino. Siccome la rabbia in Italia è stata debellata, la vaccinazione contro questa patologia non è più obbligatoria: rimane obbligatoria solamente in Sardegna e qualora il gatto debba essere portato in un paese estero dove questa malattia non è stata ancora debellata.

A quale età fare i vaccini al gatto?

A che età fare il primo vaccino al gatto

Il gattino è protetto contro gli agenti della maggior parte delle patologie grazie agli anticorpi contenuti nel latte materno con il quale si nutre nelle prime ore di vita, chiamato colostro. Questa protezione naturale inizia a venire meno intorno alla settima settimana di vita ed è per questo che i veterinari consigliano di iniziare il programma di vaccini proprio verso l'ottava/nona settimana di vita. Quando insomma il gattino inizia ad alimentarsi da solo ed è completamente svezzato, possiamo portarlo dal veterinario per fare la prima vaccinazione.

Vi diamo di seguito l'esempio di un piano di vaccino che dovrebbe essere somministrato al gattino, fermo restando che naturalmente dovrà essere il vostro veterinario a decidere modalità e vaccini.

Vaccini a 2 mesi

Intorno ai due mesi il gattino deve essere sottoposto al vaccino trivalente, ovvero a quello contro la Panleucopenia, la Rinotracheite e la Calicivirosi.

Vaccini a 3 mesi

A tre mesi il gattino deve essere sottoposto al primo richiamo del vaccino trivalente, in modo da mantenere le difese alte per un periodo più a lungo. Successivamente il vaccino diventa annuale: il veterinario rilascia un libretto dove vengono annotate le date delle vaccinazioni, quali sono i vaccini a cui è stato sottoposto il gatto e le date dei successivi richiami. Il libretto delle vaccinazioni deve sempre accompagnare il gatto tuttora si decida di portarlo in vacanza, sia in Italia che all'estero.

Vaccini a 5 mesi

Se si decide di sottoporre il gatto al vaccino contro la FELV, questo andrà fatto per la prima volta a cinque mesi, in quanto prima gli anticorpi non si sono ancora ben formati.

Vaccini a 6 mesi

Il primo richiamo per la FELV andrà fatto un mese dopo: successivamente anche questo vaccino diventa a richiamo annuale.

L'importanza del richiamo nella vaccinazione

L'importanza del richiami

Non bisogna affatto sottovalutare l'importanza del richiamo del vaccino: molti pensano che una volta vaccinato, il gatto sia protetto da qualunque malattia. Niente di più sbagliato:

nel gattino saltare anche un solo richiamo, significa ripetere da capo l'intera profilassi.

Anche nel gatto adulto saltare il primo richiamo annuale, significa ricominciare l'intera profilassi: saltare invece un richiamo dopo qualche anno, significa lasciare il proprio animale in balia degli agenti patogeni, in quanto il vaccino, proprio perchè ha durata annuale, non ha più nessun effetto. I richiami annuali dei vaccini sono anche un'utilissima occasione per il veterinario di visitare il micio: attraverso queste visite periodiche ed anche in base allo stile di vita del gatto, il veterinario potrà consigliare quale piano di vaccini effettuare.

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  •  Commenti ( 2 )
Fabio
 Fabio
Buonasera. Nel caso di una forma clinica di leucemia virale felina , cioè gatti positivi con sintomi (febbre, anemia, immunosoppressione ecc..) le terapie sono molto limitate e, soprattutto , l’efficacia delle stesse e variabile e non ben documentata dal punto di vista scientifico. Si possono utilizzare immunomodulatori ( per es interferone umano a basse dosi, Acemannano un derivato dell’aloe, PIND-ORF , derivato da un virus inattivato di parpox ovis ecc..) , ma il loro effetto è limitato e esistono poche pubblicazioni convincenti che ne indichino l’efficacia. Come antivirali si può utilizzare l’AZT (Retrovir) , l’Alfa interferone umano ad alte dosi o il più efficace interferone ricombinante felino omega. Sull’effetto degli antivirali ci sono pochi studi convincenti , quello che sembra dare qualche risultato in più , se utilizzato molto precocemente cioè prima dell’anemia è l’interferone felino omega. I costi degli antivirali sono elevati e i risultati variabili. Nel suo caso non so dirle se avrebbero potuto essere di aiuto, probabilmente no perché mi sembra di capire che le condizioni fossero molto gravi (a pesare è soprattutto la grave anemia). La percentuale di guarigione è comunque molto bassa. Se il micio stava molto male al punto che il collega vi ha suggerito l’eutanasia non penso ci fossero molte speranze. Mi dispiace molto per il vostro micio. Cordiali saluti Dott. Fabio Maria Aleandri - Medico Veterinario
Denis
 Denis
Buona sera, ho una domanda. Ero proprietario di un gatto, domenica scorsa(25/10) l'ho portato dal veterinario perché non mangiava da un paio di giorni e quel giorno stava veramente poco bene. Gli misurano la febbre e aveva 40,5 gli fanno le analisi del sangue e lo trovano fortemente anemico e tutti i valori del sangue sballati, fanno ulteriori analisi e lo trovano fiv e felv positivo. La malattia mi hanno detto che è incurabile e sarebbe andato incontro a un cammino molto doloroso e mi hanno consigliato di valutare l'eutanasia. Ci siamo guardati io e la mia compagna e con le lacrime abbiamo deciso di seguire il consiglio x non farlo soffrire. La mia domanda è non si poteva proprio far niente? Se la malattia si manifesta c'è solo la morte. Scusate il disturbo
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