Il cane
Il cane è un mammifero che fin dai tempi più antichi, è stato addomesticato dall'uomo diventando un animale da compagnia. In origine poteva essere considerato alla stregua del lupo e ci sono voluti diversi secoli di mutamenti genetici per trasformarlo nell'animale mansueto e affabile che è oggi. Il suo nome scientifico è Canis lupus familiaris e questo sottolinea definitivamente quella che è la sua vera natura.
Alla stregua del lupo, il cane è un mammifero carnivoro e questo nel corso degli anni non è cambiato. Infatti, nonostante rispetto al cugino lupo abbia un intestino più allungato e canini meno aguzzi, proprio perché non ha più la necessità di digerire carcasse di animali interi e non deve più procacciarsi il cibo, quindi strappare le carni delle sue prede, e nonostante la vita insieme all'uomo lo abbia portato a mutare la sua dieta originaria, il cane resta un carnivoro nei fatti e il suo apparato digerente è strutturato per l'assimilazione della carne, in tutte le sue forme, anche quelle che l'uomo disprezza e non ritiene adeguate al suo caro vecchio animale da compagnia.
Proprio perché da quando vive con l'uomo, il cane è abituato a mangiare tutto (o quasi) quello che gli viene fornito dal suo padrone, questo animale viene generalmente considerato un onnivoro ma così non è e purtroppo sono pochi coloro che fanno attenzione a questo aspetto. Sebbene, infatti, il cane si sia abituato a mangiare qualsiasi cosa, dalle verdure ai carboidrati, dai cereali alla frutta, la sua natura non è cambiata: il suo intestino e il suo stomaco sono, oggi come in origine, strutturati per digerire e metabolizzare al meglio solo la carne.
Ciò non significa che tutto il resto non venga digerito, solo che il cane fa più fatica e questo, a lungo andare, può essere causa di scompensi e di malattie a carico del sistema digerente ma non solo.
Le caratteristiche del cane
L'assenza di canini affilati e l'intestino più breve sono i tratti che lo distinguono dal lupo, il carnivoro per eccellenza. Questo potrebbe portare i più a pensare che questo basti a non considerare il cane un onnivoro ma non è così. Prendendo in considerazione la dentatura del cane, infatti, ci si accorge che nonostante l'assenza dei canini affilati e aguzzi, i cani hanno denti posteriori molto acuti e affilati.
Questa è una caratteristica tipica solo degli animali carnivori, perché questa struttura aiuta a triturare la carne e le ossa nel modo migliore, preparandola alla digestione. Inoltre, il movimento di masticazione non è laterale, da destra a sinistra e viceversa come nel caso degli onnivori, ma segue un andamento verticale dall'alto in basso, proprio perché questo è il modo migliore per triturare le carni e le loro ossa, vista la consistenza.
Inoltre, è vero che il cane ha l'intestino più corto rispetto a quello del lupo grazie all'evoluzione domestica, ma è anche vero che il suo stomaco è proporzionalmente ben più grande rispetto a quello degli onnivori. Questo perché l'apparato digerente è strutturato per la digestione di grandi quantità di cibo, che nello stomaco del cane trovano un ambiente molto più acido rispetto a quello di un qualsiasi altro animale onnivoro.
Premesso tutto questo, chi ha un cane ha senz'altro iniziato a porsi qualche domanda in relazione alla dieta che segue, rendendosi conto che, forse, c'è qualcosa di non esattamente corretto.
Cosa deve mangiare un cane?
A questa domanda da un milione di dollari non è semplice rispondere. Interpretando esclusivamente le informazioni biologiche a nostra disposizione sulle caratteristiche fisiche e chimiche del sistema digerente di un cane, la risposta più corretta sarebbe, certamente: carne, intesa nella sua forma più naturale e non come la intendiamo noi.
Il cane è un cacciatore, un predatore, quindi nasce per mangiare carni crude senza preparazioni artificiali, spesso anche putrefatta. Infatti, sebbene difficilmente chi ha in casa un cane abbia mai tentato di somministrargli la carne putrefatta, questi animali ne sono ghiotti e i batteri che vi si sviluppano durante questa fase non causano nessun danno all'organismo del cane.
Insieme alla carne, il cane può mangiare anche le ossa delle sue prede, la sua dentatura nasce per triturare anche quelle e il suo stomaco è in grado di digerirne completamente i frammenti grazie alla sua elevata acidità.
Ovviamente, un'alimentazione di sola carne, quindi proteine, sarebbe comunque errata: sebbene sia un carnivoro, infatti, anche il suo organismo ha bisogno di carboidrati, fibre e di tutti gli elementi nutritivi che concorrono al suo corretto equilibrio.
D'altronde, anche i lupi, i carnivori per eccellenza, sono soliti arricchire la loro dieta con le erbe selvatiche. Non tutte le erbe vengono masticate dal lupo ma quando il suo organismo sente di averne la necessità, il lupo sa perfettamente quali sono le specie vegetali da introdurre nel suo corpo.
Il cane non è un lupo, o per lo meno non lo è più nella sua accezione comune, quindi non si procaccia più in autonomia il cibo ma si affida completamente al suo umano, che quindi si deve assumere completamente la responsabilità della sua alimentazione, somministrandogli una dieta corretta, adeguata alle sue specificità.
Le crocchette Wildfield possono venire incontro in questo senso, perché il cibo per Wildfield è stato sviluppato proprio considerando quelle che sono le caratteristiche biologiche di questo animale. Sono un pasto completo e sano che, ovviamente, può essere integrato con cibi freschi a patto che siano in linea con le indicazioni del veterinario.
I cereali: sì o no?
Ribadendo il concetto che il cane è un carnivoro, la risposta a questa domanda è no. Il cane non è né un onnivoro né, tanto meno, un granivoro, pertanto il suo sistema digerente non è strutturato per la digestione di questo tipo di alimenti.
Il punto più grave è che nonostante questo concetto debba essere ovvio, solo analizzando quelle che sono le più note caratteristiche di un cane, sono tanti quelli che fanno seguire ai loro cani una dieta a base di cereali.
La somministrazione di pane, biscotti e pasta, infatti, è comune nella maggior parte delle case con animali e questi sono cereali, né più né meno. Si fa l'errore di pensare al cereale solo nella sua forma base, quindi allo stato di seme: grano, farro, riso e mais sono certamente delle forme di cereale comune, allo stato basico, ma i cereali fanno male al cane in tutte le loro forme, sia grezze che raffinate.
Il motivo di questa discriminazione alimentare è presto detto. I cereali, tutti, si caratterizzano per un elevato indice glicemico, ossia mettono a disposizione dell'organismo un'elevata quantità di zuccheri, presenti in alta concentrazione nella loro composizione, in una forma facilmente assimilabile.
In tutti i mammiferi, quindi anche nel cane, l'assimilazione degli zuccheri avviene mediante la produzione dell'ormone insulina da parte del pancreas una ghiandola posta nei pressi dello stomaco. Appare evidente che elevate che più è alta la concentrazione e la quantità di zucchero che dev'essere digerita, maggiore è la quantità di insulina che il pancreas deve produrre e immettere nel circolo sanguigno e, quindi, maggiore è lo sforzo che questa ghiandola deve fare per completare il processo.
Qual è il problema?
Il problema è che l'organismo del cane è una macchina perfetta dal punto di vista della digestione ma solo in riferimento alle carni. E' vero che la sua dieta deve integrare anche alimenti vegetali ma a patto che questi abbiano un basso contenuto di zuccheri e che, soprattutto, siano in forma molto meno accessibile, quindi con un indice glicemico molto inferiore rispetto a quello dei cereali.
Come detto precedentemente, nella dieta dei cani domestici i cereali rappresentano una delle componenti fondamentali i considerando quanto appena detto, è chiaro che questo porta il pancreas dell'animale a svolgere perennemente un lavoro supplementare per l'assimilazione degli zuccheri. Il pancreas dei cani domestici è sottoposto a una condizione continuativa di stress e questo, a lungo andare, favorisce lo sviluppo di numerose malattie.
Considerando il cane come animale domestico, oggi si è portati a supporre che da che mondo è mondo, abitando in casa il cane sia stato abituato al consumo di cereali fin dall'inizio. Se così fosse stato, probabilmente durante la sua evoluzione il cane avrebbe modificato la sua digestione ma così non è, semplicemente perché è solo in tempi moderni, presumibilmente tra la fine del XIX e i primi del XX secolo, che si sono introdotti i cereali nell'alimentazione del cane in maniera graduale.
Infatti, la farina e i cereali raffinati sono da sempre un alimento preziosissimo per l'uomo: a quei tempi era considerato uno spreco darli al cane, che si nutriva di ciò che c'era, spesso le carni andate a male che non erano più commestibili per gli umani. Andava tutto bene, quindi, fino a che la farina e i suoi derivati non sono diventati alimenti a basso costo e facilmente reperibili, quindi con l'avvento dei processi industriali di produzione di massa.
Le patologie del cane derivanti dal consumo di cereali
Stando ai dati storici, le patologie legate al sistema digerente e al pancreas dei cani hanno iniziato a fare la loro comparsa in maniera massiccia in tempi relativamente recenti. In passato, quando il cane era semplicemente un animale da lavoro, un grande aiuto nelle faccende quotidiane che si nutriva di scarti, e non un animale da compagnia domestico, le sue patologie erano molto più limitate.
I problemi più frequenti legati all'abuso di cereali nell'alimentazione canina sono legati a disfunzioni a carico del pancreas e del sistema digerente. In particolare, i veterinari hanno notato l'aumento di malattie come diabete, dermatiti e diarree frequenti.
Elevata è anche l'incidenza delle dermatiti e delle intolleranze alimentari, ma anche l'obesità e la carenza di massa muscolare. I cani che abusano di cereali, inoltre, presentano una dentatura molto sporca, non sono rari i casi in cui perdono i denti in età relativamente giovane e soffrono di alitosi.
Troppo spesso questi aspetti vengono del tutto ignorati, vengono considerati dei problemi comuni ai cani e non viene posto, quindi, rimedio alla loro comparsa. Basterebbe modificare l'alimentazione del cane e renderla più adatta alla sua naturale propensione digestiva per ridurre i disturbi più frequenti ma, purtroppo, anche molti veterinari ignorano questo aspetto e non istruiscono e consigliano nella maniera più corretta gli umani dei loro pazienti.
Il cane non ha la facoltà di scegliere di cosa nutrirsi e mangia tutto quello (o quasi) che gli viene somministrato: è da qui che nasce l'idea sbagliata che il cane sia un animale onnivoro. Anche ai bimbi umani diabetici piacciono pasticcini, anche ai bimbi celiaci piace la pizza, eppure evitano il consumo di quegli alimenti perché sanno che il loro organismo non è in grado di metabolizzarli e gestirli completamente.
I loro genitori evitano di somministrarli e controllano accuratamente la loro dieta, allora perché non dovrebbe avvenire lo stesso con i nostri amici a 4 zampe?
L'alimentazione del cane secondo Wildfield
Come detto in precedenza, il cibo per cani Wildfield è stato sviluppato nel perfetto rispetto degli equilibri biologici dei cani. Nella vasta linea di crocchette Wildfield vengono utilizzati ingredienti idonei al consumo canino ma, soprattutto, accuratamente selezionati e provenienti da fonti certe, biologiche e senza OGM.
Sono crocchette ricche di carni come pollo, anatra, salmone, tonno e maiale, adeguatamente disidratate e trattate per essere facilmente digeribili. Infatti vengono cotte attraverso un metodo specifico che permette di abbattere tutti i batteri e di eliminare oltre il 60% dell'acqua presente.
Non contengono cereali ma sono ricchi di frutta e di verdure, elementi indispensabili per garantire il giusto apporto di fibre e zuccheri complessi. Stando alle analisi chimiche, i prodotti Wildfield trattati in questo modo hanno una concentrazione proteica che, a parità di peso con le carni fresche, è 5 volte superiore.
Ovviamente, non tutti i cani sono uguali ed è necessario diversificare la dieta e l'apporto di nutrienti in base alle specifiche esigenze dell'animale. Nelle sue varie fasi di crescita, infatti, l'organismo dell'animale muta il suo fabbisogno e l'alimentazione deve cambiare con lui. Wildfield è particolarmente attenta a questi aspetti e il processo produttivo delle crocchette e degli alimenti è molto rigoroso.
In tutti i cibi Wildfield sono assenti i conservanti artificiali in favore di quelli naturali. E anche gli antiossidanti sono solamente di origine naturale: la scienza non ha ancora studiato adeguatamente l'incidenza degli antiossidanti di sintesi nell'organismo canino, pertanto Wildfield preferisce utilizzare esclusivamente antiossidanti come i tocoferoli.
Non mancano nemmeno i minerali cheralati e i prebiotici, fondamentali per mantenere il sistema digerente in ottimo stato di salute. Questi prodotti sono anche ricchi di acidi grassi, indispensabili per l'equilibrio della pelle, quindi per evitare dermatiti e per assicurare all'animale un pelo lucente e sano, anche in età avanzata. Ciò che è importante è che Wildfield non effettua nessun test sugli animali.
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