
Sterilizzazione del gatto maschio e femmina, pro e contro
Sterilizzazione del gatto maschio e femmina, pro e contro
Perché sterilizzare un gatto maschio
Sono diverse le ragioni che portano a far castrare un gatto maschio. Non effettuando tale operazione, un micio che abbia raggiunto la maturità è destinato a spruzzare urina maleodorante, in quanto carica di feromoni. Tale sostanza ha proprio nell'odore penetrante la sua caratteristica principale. Questi schizzi di urina servono al gatto maschio per segnare il territorio. Il micio, trovandosi a vivere all'interno dell'abitazione, dirigerà lo spruzzo verso divani, mobili e tende, con ovvio disagio di chi risiede abitualmente nella stessa dimora. È pur vero che questo comportamento non è condiviso da tutti i gatti, ma è sempre meglio evitare di trovarsi a fare i conti con suddetta spiacevole abitudine.
Inoltre, un gatto che non ha la possibilità di uscire in giardino, rimanendo 24 ore al giorno confinato in casa, non ha alcuna possibilità di soddisfare il suo desiderio di accoppiarsi. Questo può portare l'animale a sviluppare un eccessivo nervosismo che, in alcuni casi, sfocia in comportamenti aggressivi. Il gatto maschio, a differenza di quanto accade per le micie, raggiunta la maturità sessuale si comporta esattamente come la controparte felina, rimanendo perennemente in calore e, per tale motivo, mostrandosi pronto ad accoppiarsi in qualsiasi momento.
Grazie alla sterilizzazione del gatto maschio vengono annullati gli impulsi di natura sessuale, evitando al micio questo disagio. Anche i gatti che hanno l'opportunità di vivere parte delle loro giornate in giardino, ad ogni modo, dovrebbero essere sterilizzati.
I vantaggi della castrazione
L'operazione di sterilizzazione, in primo luogo, permette di tenere sotto controllo le nascite, scongiurando la formazione di colonie di gatti costretti a vagare in cerca di cibo. Inoltre, vengono evitate le continue lotte tra esemplari maschi per disputarsi una gatta. Questo significa non vedere più l'animale tornare con la coda tra le gambe, pieno di graffi e ferite, ed essere costretti ad utilizzare disinfettanti ed antibiotici. Anche gli ascessi da morsi sono piuttosto diffusi e, se non trattati adeguatamente, rischiano di portare allo sviluppo del flemmone, una forma di pus che ha la capacità di diffondersi pericolosamente nel tessuto sottocutaneo.
Un gatto non sterilizzato abituato a vivere fuori inevitabilmente è soggetto anche al rischio di contrarre malattie virali conseguenti ai numerosi accoppiamenti, come la FIV.
Come viene effettuata la sterilizzazione dei gatti maschi
L'intervento al quale vengono sottoposti i maschi è noto come orchiectomia. Tale termine fa riferimento all'esportazione dei testicoli, operazione normalmente condotta in anestesia locale. Messa a confronto con la sterilizzazione delle gatte, rappresenta un intervento meno invasivo, tanto da non rendere necessari punti di sutura, con risvolti positivi nel decorso post operatorio.
La castrazione deve essere eseguita una volta che i testicoli del micio sono discesi completamente; questo accade tra i 6 e i 10 mesi di vita. Domandandosi quando sterilizzare un gatto, procedere per tempo eviterà che l'animale inizi a schizzare urina. Il rischio, infatti, è che possa mantenere l'abitudine anche in seguito alla castrazione. In questo caso, a spingerlo a continuare non sarebbe più il richiamo dell'accoppiamento, ma solamente il fatto che il micio si ricorderà di averlo fatto in precedenza, e non vede un motivo valido per smettere.
Effetti della castrazione e convalescenza
La sterilizzazione del gatto maschio è un'operazione sicura, e non ha particolari effetti collaterali sull'esemplare, sia a livello fisico che psicologico; anche il carattere del gatto è destinato a non mutare dopo la castrazione. L'efficacia è legata al fatto che il gatto viene privato degli ormoni che ne regolano il comportamento a livello sessuale. Cesserà immediatamente il suo desiderio di accoppiarsi e, con esso, qualsiasi istinto di accoppiamento. Eliminare tale necessità eviterà al gatto maschio sterilizzato che vive in casa il senso di frustrazione derivante dall'impossibilità di manifestare i suoi istinti primordiali.
Per quanto riguarda la convalescenza dopo la sterilizzazione del gatto maschio, non sono richieste particolari attenzioni. L'unica accortezza è accertarsi che il gatto non lecchi in modo eccessivo la ferita. Se questo dovesse accadere, portando la stessa ferita a gonfiarsi o, addirittura, a lacerarsi, un rapido consulto con il veterinario di fiducia permetterà di sincerarsi sulle sue reali condizioni.

I pro e i contro
Tra gli aspetti positivi della castrazione rientrano alcuni piccoli cambiamenti a livello del pelo, destinato a divenire più folto e in grado di apparire dotato di una maggiore lucentezza. Un gatto sottoposto a castrazione, non avendo più istinti sessuali, diventerà più calmo, mettendo sicuramente meno a repentaglio la propria incolumità.
Ad ogni modo, non manca chi critica la scelta di procedere alla sterilizzazione. Sono soprattutto gli allevatori, chi si occupa della selezione delle razze, oppure coloro che non vogliono sottoporre l'animale ad alcuna operazione, a manifestare dubbi sull'opportunità di castrarlo, preferendo mantenere integro l'animale. In questi casi è possibile fare ricorso ad altri rimedi; ad esempio, esistono diversi prodotti efficaci nell'eliminare il forte odore di urina.
Non sono pochi i proprietari a lamentare il fatto che il proprio gatto, dopo l'operazione di sterilizzazione, manifesti una certa tendenza ad ingrassare. In realtà, nella maggior parte dei casi, questo accade per la tendenza a somministrare all'animale una quantità di cibo eccessiva per quelle che sono le sue reali necessità. Un micio che vive in casa, non avendo più alcun richiamo alla vita sessuale, concentrerà inevitabilmente molte delle sue attenzioni sul cibo, chiedendolo in continuazione. Qualora questo accada, è sufficiente resistere alla tentazione di rispondere ai suoi disperati lamenti per evitare che possa aumentare di peso in poco tempo. La richiesta di cibo, infatti, non deve essere confusa con una richiesta di attenzioni.
L'alimentazione di un gatto castrato
Alcune persone considerano la "sacca" molle presente sotto la pancia un segnale evidente della tendenza del micio ad ingrassare dopo l'operazione. In realtà, nel gatto sterilizzato questo è il risultato dell'asportazione dei testicoli. Sono gli ormoni sessuali, normalmente, a dare tonicità ai muscoli. Non producendo più testosterone, si verificherà una rilassatezza della pelle a livello dell'addome. Solo esagerando con il cibo, tale sacca si riempirà di grasso.
Un aspetto che merita di essere approfondito, sempre in tema di alimentazione gatto sterilizzato, è il fatto che alcune crocchette si rivelano più adatte ad un gatto sterilizzato. Infatti, occorre considerare come l'operazione possa condurre una percentuale più elevata di esemplari a sviluppare cistiti e calcoli, fino ad arrivare a veri e propri blocchi vescicali. Meglio scongiurare il pericolo acquistando crocchette di buona qualità. In particolare, si rivelano ideali le crocchette caratterizzate da un basso contenuto di minerali, che potrebbero portare allo sviluppo di uroliti.

La sterilizzazione negli esemplari femmina
Diversamente da quanto indicato per i gatti maschi, le micie che raggiungono la maturità sessuale rappresentano degli animali ad ovulazione indotta. Tale termine indica che il periodo di calore dell'animale è destinato a continuare fino a quando quest'ultimo non riesce ad accoppiarsi. L'accoppiamento porta a sviluppare un riflesso nervoso che, a sua volta, stimola il cervello a produrre ormoni in grado di far iniziare l'ovulazione. Quando una gatta non ha l'opportunità di accoppiarsi, i follicoli ovarici (si manifestano ad ogni calore) non possono liberare l'ovulo.
Se l'intenzione è quella di non far procreare la micia, un intervento di sterilizzazione gatta è fortemente consigliato. Viene denominato ovariectomia, e comporta l'asportazione delle ovaie, effettuata tramite un'incisione nell'addome. Anche in questo caso, chiedendosi quando sterilizzare una gatta, è consigliato sottoporre l'animale all'intervento più o meno al sesto mese di vita. Questo significa procedere nel periodo che precede il primo estro (o calore) amoroso. Ad ogni modo occorre indicare come la sterilizzazione della gatta femmina non presenti controindicazioni a livello medico anche se effettuata su esemplari adulti.
Cenni sull'operazione e consigli per la fase di convalescenza
A differenza di quanto accade per i gatti maschi, l'intervento viene effettuato in anestesia totale, ed ha una durata di circa 30 minuti. Si tratta di un'operazione che i veterinari praticano di routine e, salvo casi particolari, non presenta controindicazioni e complicazioni post intervento. Nella maggioranza dei casi, la gatta viene restituita ai proprietari ancora addormentata; pertanto, non è necessario spaventarsi vedendola in uno stato semi catatonico una volta giunti a casa. In poche ore l'effetto dell'anestesia sarà passato, e la micia potrà mangiare e tornare alle sue abitudini quotidiane.
A livello di procedura, rispetto alla castrazione dei maschi, sterilizzare una gatta femmina è comunque un'operazione più complessa, in quanto è necessario rimuovere entrambe le ovaie. Non è raro che venga anche rimossa una buona parte dell'utero fino alla cervice. Proprio per la maggiore invasività dell'intervento di sterilizzazione della gatta, la convalescenza è sicuramente più lunga, e richiede una maggiore attenzione da parte del proprietario. Quest'ultimo dovrà fare in modo che la gatta si muova il meno possibile nelle prime ore post operazione. Una buona idea è quella di avvicinare la cassettina al giaciglio, e di posizionare quest'ultimo in una stanza poco trafficata, soprattutto quando in casa sono presenti dei bambini o altri animali domestici. Appoggiarlo a terra eviterà alla gatta di dover saltare (ad esempio per scendere dal divano), con il rischio che i punti di sutura si rompano, o comunque, possano causare dolore.
Durante la notte successiva al post operatorio della sterilizzazione sarebbe meglio anche non somministrare cibo ed acqua. Il giorno successivo, comunque, la gatta avrà smaltito completamente l'anestesia, tornando quasi totalmente operativa. Il fatto che si lecchi la ferita è normale; come già indicato nel caso dei maschi castrati, un'insistenza eccessiva o del gonfiore dovrebbero far propendere per un consulto dal veterinario. Ad una gatta abituata a vivere in semilibertà dovrebbe essere impedito, per qualche giorno, di uscire di casa. I punti, normalmente, vengono rimossi trascorsa una settimana (al massimo 10 giorni) dall'intervento.

I vantaggi dello sterilizzare un gatto femmina e le alternative
Anche la sterilizzazione del gatto femmina ha numerosi aspetti positivi. Se effettuata in un momento antecedente al primo calore, viene eliminato il rischio di sviluppare un tumore alla mammella e, allo stesso tempo, sono scongiurate forme di tumore meno diffuse, come quello alle ovaie e all'utero. Come accade per i gatti, la sterilizzazione rappresenta un efficace metodo per il controllo delle nascite, attenuando il fenomeno del randagismo. Anche in questo caso, è chi possiede allevamenti a non vedere di buon occhio la sterilizzazione. Infatti, una gatta di razza sterilizzata è destinata a perdere i suoi geni, non mandando avanti la specie.
Per quanto riguarda il possibile aumento di peso dopo l'intervento di sterilizzazione, c'è da considerare che l'asportazione delle ovaie porta il metabolismo a rallentare. Assicurando un'alimentazione corretta, magari somministrando crocchette apposite per gatti sterilizzati, si permetterà alla micia di mantenere il peso sotto controllo.
Chi non desidera sottoporre la propria micia ad un'operazione chirurgica può optare per la contraccezione, effettuata ricorrendo ad una pillola. Pur non eliminando la possibilità di procreare in futuro, inibisce il ciclo per un periodo di circa 6-8 mesi. La sua efficacia, infatti, è limitata ad un unico periodo di calore.Tale forma di contraccezione alternativa alla sterilizzazione comporta comunque delle controindicazioni, per questo è consigliabile parlarne con il proprio veterinario di fiducia che chiarirà qualsiasi dubbio in proposito.
Concludendo, è opportuno ricordare che decidere di non sterilizzare il proprio animale domestico, sia esso maschio o femmina, significa doversi assumere le proprie responsabilità nel caso in cui nascano dei gattini. Questo putroppo è un punto che spesso viene sottovalutato a scapito dei piccoli micini che non sempre sono così fortunati da trovare una casa. E' doveroso quindi, nel caso si decida di far procreare la propria gatta, mettere in conto una attenta ricerca di persone affettuose disposte ad accogliere i gattini ed assicurargli così un futuro felice.
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